La carie dentale origina dalla putrefazione….John Hunter 1778

 

La più comune malattia, alla quale i denti sono esposti, comporta una tale distruzione del dente che meriterebbe il nome di "mortificazione". Ma c'è qualcosa in più nella carie dentale; infatti la semplice morte della parte ha solo un piccolo effetto sui denti, come possiamo osservare nei denti dei cadaveri: i denti non sono soggetti a distruzione dopo la morte; pertanto io sono condotto a sopettare che durante la vita c'è qualcosa che agisce a produrre un  cambiamento nel dente affetto da tale malattia. Quasi sempre la carie comincia esternamente in una piccola parte del corpo del dente e comunemente si manifesta dapprima come una macchia bianca opaca. Questa è causata dalla disgregazione dello smalto che perde la sua struttura cristallina e regolare, ridotto ad uno strato di polvere, a causa della perdita di coesione; ciò produce effetti similari a quelli del cristallo polverizzato: quando questo si è sbriciolato, la parte ossea del dente (hunter sta a significare la dentina) si espone; e quando la malattia attacca questa parte essa generalmente appare come una macchia marrone scuro. 
Qualche volta comunque, non si assiste al cambiamento di colore, e quindi la malattia non è osservabile fino a che non si è creato un considerevole buco nel dente. La parte morta assume una morfologia rotondeggiante, ma non sempre; la sua particolare geometria dipende dal posto dove essa inizia, piuttosto che da altre circostanze. E' spesso osservato che nelle parti bucate delle superifici masticatorie dei Molari, essa assomiglia ad una fessura riempita con una sostanza molto nera. Negli incisivi la malattia in genere inizia al colletto del dente ed il processo scavando continua ad allargare la cavità, comunemente attarversando la stessa parte del dente, fino a quasi dividerlo in due. Quando tale dente ammalato collassa (cede), il guaio è occasionato dala rottura e distacco del suo corpo.
Quando tale malattia attacca la parte ossea del dente (la dentina è chiamata da Hunter "osso", in inglese "bone"), si assiste dapprima alla disgregazione del substrato di essa (Hunter la chiama "earth" e vuole intendere la parte organica di essa, il suolo, cioè l'impalcatura), poiché la dentina diviene sempre più morbida, ed alla fine così molle sulla superficie esterna esposta, che può essere raccolta con uno spillo, e quando è lasciata asciugare essa si fessura come argilla (creta) essiccata. La carie comincia talvolta all'interno del dente, sebbene solo raramente. In questo caso il dente assume sempre un aspetto nerastro in trasparenza, dal colore scuro che si intravede attarverso il guscio di smalto del dente, e nessun buco si riscontra sulla superficie che conduce alla cavità. Questo nerastro è spesso più che una porzione della parte di dentina cariata o mortificata. Comunque, spesso cadde, che la parte rimanente del dente diviene semplicemente morta; nel quale stato esso è capace di assorbire un colorante. Anche se generalmente sulla superficie esterna uno può aspettarsi non si verifichi nessun grande danno, purtuttavia la tendenza alla distruzione procede sempre più in profondità fino ad arrivare alla cavità del dente e lo sfacelo è la conseguenza. La necrosi è comune ad ogni parte del corpo: ma nella maggior parte di esse, questa tendenza è legata in grande misura alla costituzione, che qualora corretta, fa cessare quella predisposizione; ma qui è locale, e sembra che noi non abbiamo potere di resistere ad essa. Quando perciò va così lontano, la carie fa un processo più veloce simile a quei casi dove la carie inizia nella cavità; allora questa disposizione è posseduta dall'intera cavità del dente che, essendo una superficie molto più larga di quella che la malattia aveva prima di agire su di essa, l'incremento della carie sembra essere nella stessa proporzione: alla fine essa scava la sua sostanza interna, fino a quasi non lasciare niente eccetto un sottile guscio che generalmente si rompe con la masticazione ed una apertura più o meno larga si forma, e la interca cavità diviene esposta alla fine.
Il canale della radice del dente è più lentamente colpito da questa malattia: il processo di escavazione appare fermasi lì, infatti noi spesso osserviamo una radice divenire più cava alla sua punta, quando nella forma di un tronco: e esso qualche volta appare sana, anche quando il corpo dente è quasi distrutto: di qui io concludo che la radice del dente ha più grandi poteri di sopravvivenza rispetto al corpo del dente, infatti attravrerso la radice la carie viene ritardata e questa parte appare alla fine solo perdere il suo principio vivente e non prendere parte al processo di distruzione sopra descritto; per questo motivo essa rimane semplicemnte una radice morta; comunque essa non rimane perfettamente morta. Questo è lo stadio in cui essa è chiamata tronco. Essa comincia ora a perder la sua sensibilità, e spesso in seguito è la causa del dolore. perciò in apparenza essa rimarrà per molti anni ma si avranno più o meno cambiamenti nel corso delgi anni; la natura tenterà di risolvere la deficienza (la mancanza del dente), tentando di incrementare il tronco radicolare; infatti in molti casi noi osserviamo che i tronchi radicolari si ispessiscono e si allungano alla loro terminazione; ma questo processo è unico (della formazione del dente) e quindi non possiamo avvantaggiarci di esso in questo caso. Quindi in questo caso l'unico aiuto è dato dal processo alveolare, che produce un riempimento dell'alveolo dal fondo, il quale spinge la radice e la fa protrudere gradualmente. Ma sebbene essa è spinta dal fondo, raramente emerge oltre il livello che prima aveva rispetto alla gengiva; pochè quella parte del dente che protrude sembra cariarsi proporzionalmente alla sua eruzione.
Oltre alla carie del termine esterno del tronco radicolare, c'è un riassorbimento della radice al fondo dell'alveolo, che è chiara dalle seguente osservazione: l'apice della radice, che era nella gengiva o nella mascella, diviene irregolamente smussata e spesso frastagliata, e perde l'aspetto di una apice di una radice sana.
Tali tronchi radicolari sono in genere estratti facilmente, essendo adesi un poco più che alla gengiva e spesso lassamente.
Sebbene la mallatia appare principalmente nel dente stesso, e solo poco dipende da cause esterne, ancora in molti casi la parte che è già marcia sembra avere qualche influenza su ciò che rimane di sano; infatti se la parte marcia è perfettamente rimossa prima che essa è arrivata al canale del dente, uno blocco è talvolta osservato all'ulteriore progressione della carie, almeno per qualche tempo.
Questa carie del dente non sembra interamente essere così l'effetto di un incidene come può essere immaginato; infatti essa talvolta avviene nei denti gemelli, nel qual caso noi possiamo supporre essa a causa di una causa originale che viene in azione ad un tempo prestabilito; i denti corrispondenti sono quindi in paia, rispetto alla malattia, così come alla posizione in arcata, alla forma, ecc.
Questa opinione è qualche volta rafforzata dall'osservazione che i denti anteriori nell'arcata mandibolare non sono soggetti alla carie come quelli superiori, sebbene ugualmente soggetti a tutti gli eventi che si originano da influenze esterne, che potrebbe produrre la malattia in generale. 
I denti anteriori nell'arcata mandibolare sembrano essere meno soggetti a questa malattia di ogni altro dente; i denti anteriori superiori ed i molari in entrambe le arcate sono certamente i più frequentemente affetti.
Questa malattia e le sue consegenza sembrano essere peculiari della gioventù e della mezza età; i denti di latte sono soggetti ad essa, se non di più, di quelli permanenti; e noi spesso vediamo persone i cui denti comiciano a cariarsi dall'età di 50 anni.
Questo potrebbe essere supposto generarsi dalla disproporzione che il numero dei denti, dopo i 50 anni, porta a loro prima di esso; ma il numero dei denti malati dopo i 50 anni non porta la stessa proporzione.
Questa malattia fino ad ora non è stata considerata; se essa fosse stata sempre all'interno della cavità, si potrebbe supporre essere causata dalla deficienza di nutrimento per un qualche errore nel sistema vascolare; ma poiché essa comincia in genere esternamente, in una parte dove i denti nel loro stato più sano ricevono poco o nessun nutrimento, noi non possiamo dare sostegno a questa teoria eziologica.
La carie non deriva da nessuna causa esterna, o da agenti solventi, che hanno un potere di dissolvere parte del dente: poichè ogni cosa di questo genere non agisce così parzialmente come fa la carie; e noi possiamo osservare in quei denti dove la malattia non è andata in profondità, che dalla macchia scura esternamente c'è una graduale distruzione o alterazione che conduce alla cavità e che diviene sempre più friabile (cedevole). Noi pertanto possiamo ragionevolmente supporre che essa è una malattia che si origina nel dente stesso; poiché una volta che il guscio esterno del dente presenta una soluzione di continuità verso la cavità, la cavità stessa presto diviene ammalata nella stessa maniera. Che la malattia si diffonda perciò rapidamente nella cavità, appena il dente si è bucato, non dipende semplicemente dall'esposizione; infatti se un dente sano si rompe per un incidente, così che si espone la cavità de dente, non segue una carie in maniera così veloce: qualche volta noi osserviamo in quei casi, in cui l'eposizione della cavità produrrà una carie, e anche dolore simile alla malattia originale; e nei denti ammalati dalla carie noi troviamo che l'esposizione ha un considerevole effetto nel velocizzare la progressione della malattia; infatti se il dente viene sigillato con una otturazione al fine di prevenire la sua eposizione alle ingiurie esterne, la sua cavità non così presto diviene ammalata. L'esposizione quindi sembra aiutare la progressione della carie.
Che un dente marcio abbia il potere di contaminare quelli vicini ad esso, io credo non sia stato completamente accertato; qualche caso sembra sostenere tale teoria, e molti altri contraddirla. Noi frequentemente osserviamo due denti marci in posti esattamente in opposizione a ciascun altro (denti opponenti) e poiché uno di loro è divenuto per primo cariato esso dà sospetto che l'ultimo ammaltosi era sta stato infettato dal primo  che per primo ha ricevuto la prima impronta di malattia.
Al contrario noi vediamo spesso un dente ammalato, mentre un altro dente in contatto con la parte cariata, rimane perfettamente sano.