Ben sarebbe folle chi quel che non vorria trovar cercasse

Ben sarebbe folle chi quel che non vorria trovar cercasse…

 

Negli ultimi 20 anni una vasto armamentario di tecniche diagnostiche ha rivoluzionato la pratica medica. L'intero corpo umano può oggi essere indagato tramite la diagnostica per immagine in squisiti dettagli anatomici. La Tomografia computerizzata, la risonanza magnetica nucleare e l'ultrasonagrafia sezionano i pazienti in "fette" dello spessore di  meno di 1 cm. Possiamo rilevare "anormalità" anatomiche prima ancora che esse producano segni o sintomi clinici.

Indubbiamente, queste teconologie hanno aumentato il potenziale di comprensione delle malattie e di trattamento dei pazienti,
Sfortunatamente, queste teconologie stanno anche creando una certa confusione che in ultimo può essere nociva per i pazienti. Spesso portando ad una overdiagnosi and un ovretratment.
Basti pensare nel nostro campo all'introduzione della cone beam che permette di individuare lesioni asintomatiche al di sotto di denti trattati endodonticamente, prima non visibili agli esami radiografici endorali.
Oppure pensate se si introduccesse un microscopio elettronico per la diagnosi di carie…quante cavità troveremmo su ogni dente??? centinaia???

Più guardiamo, più troviamo anomalie? ma quale è la relazione tra ciò che vediamo e il naturale corso delle cose? Tutte le microcarie porteranno a distruzione il dente? Tutte le lesioni periapicali asintomatiche porteranno a perdere il dente? Tutti i microcancri diverranno cancro??

Desidero sottoporvi un pò di letteratura a proposito. Parleremo solo di cancro, così per rendere più paradossale l'argomento, ma non per questo il punto di vista meno valido.

Cancro alla prostata.
Sebbene la prevalenza del cancro alla prostata negli uomini tra i 60 ed i 70 anni è solo dell'1%, facendo dei controlli istologici random alla stessa fascia di popolazione è stata riconstrata una evidenza istologica di cancro del 40%.

Cancro alla tiroide
In accordo con il Connecticut Tumor Registry, la prevalanza del cancro alla tiroide (tumori di dimensioni >2 cm) è solo dello 0,1% negli adulti tra i 50 e i  70 anni. Harach e coll. hanno eseguito esami autotptici su una popolazione di donne finlandesi morte per svariati motivi di età compresa tra i 50 ed i 70 anni ed hanno trovato che il 36% di esse all'esame istologico presentava almeno 1 carcinoma intrapapillare. Harach e coll. hanno inoltre fatto una semplice stima matematica: se avessero fatto fette della ghiandola ancora più piccole sarebbero arrivati a scoprire il 100% di carcinomi,
Le osservazioni di Harach sollevano la seguente domanda "Se per cancro noi intendiamo una patologia cellulare il cui corso è fatale per l'individuo, è ciò ancora valido alla luce dei ricontri di Harach???"

Cancro alla mammella
In accordo con il Connecticut Tumor Reguistry, il cancro della mammella colpisce l'1% delle donne comprese tra i 40 ed i 50 anni. In un recente studio autoptico medicolegale, comunque sono stati riscontrati il 39% di cancro in donne della stessa età. La maggiore parte di quete forme era un  carcinoma in situ. Inoltre il 45% aveva due o più cancri, ed il 40% aveva cancri bilateralmente.

 

E' pertanto palese che tutti abbiamo almeno un cancro, tutti abbiamo centinia di carie, tutti abbiamo migliaia di anomalie…dipende da quanto sofisticati sono e saranno i mezzi di indagine. Ma cosa dobbiamo curare???? Quale è la malattia e quale la pseudomalattia?

 

Voglio concludere questa riflessone con un brano delle letteratura classica.

Un cavaliere, racconta Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso, era avvezzo, al termine dei banchetti, a invitare gli ospiti a sottoporsi a quello che oggigiorno si chiamerebbe un test predittivo: la prova consisteva nel vuotare un gran bicchiere colmo di vino senza distogliere la bocca dal calice. Se qualcuno si sbrodolava, ciò significava che la sua donna lo cornificava.

Stranamente, dice l’Ariosto, i commensali, forse già ben avvinazzati, con gioia facevano a gara nel sottoporsi a tale prova. Molti si sbrodolavano e allora il loro animo da gioioso si mutava in tetro ed ansioso.
Rinaldo ha già il calice in mano e sta per accettare la prova, ma ci ripensa e decide di non farla, dicendo: «Ben sarebbe folle chi quel che non vorria trovar, cercasse. Mia donna è donna, et ogni donna è molle: lasciàn star mia credenza come stasse. Sin qui m’ha il creder mio giovato, e giova: che poss’io megliorar per farne prova?».