Credential Clubbing

Credential Clubbing

Quando ho parlato della dissonanza cognitiva, ho introdotto il concetto di credential clubbing. Tradotto letteralmente è "bastonare a colpi di credenziali": ovverossia è quando una persona che gode di autorità ridicolizza, sminuisce o dichiara errate le argomentazioni fatte da un'altro individuo con nessuna o minore autorità non a colpi di scienza e di ragione, ma solo sfruttando la sua posizione dominante.
Ne ho fatto cenno nel brano "I dogmi della scuola schilderiana" Per meglio rendere l'idea, desidero condividere con voi la storia del dott. Semmelweiss, ungherese, che intorno al 1860 era assistente presso la clinica ostetrica di Vienna. A quel tempo gli accademici erano ferventi oppositori dell'idea del contagio delle malattie.
Nella clinica dove lavorava il dott. Semmelweiss vi erano due reparti che differivano grandemente per il numero di donne morte per febbre puperperale. Questo fatto era noto a tutta la popolazione viennese e le donne cercavano di evitare in tutti i modi di essere ricoverate nel reparto con maggiore mortalità, perché ciò equivaleva ad una condanna a morte.
Semmelweiss decise di studiare il fenomeno e osservò che la principale differenza era che al reparto incriminato avevano accesso gli studenti della Facoltà di Medicina. Egli scoprì che tali studenti avevano l'abitudine di praticare l'autopsia delle donne morte e di passare poi poi ad affettuare un nuovo parto. Egli tentò di imporre agli studenti ed ai suoi stessi colleghi che almeno si lavassero le mani dopo aver praticato una autopsia. Così egli ebbe modo di verificare che si era verificata una drastica riduzione della mortalità. Tuttavia le sue conclusioni e le sue argomentazioni furono duramente osteggiate dal direttore della clinica ostetrica, secondo il quale la differenza della mortalità tra i due reparti era da attribuire ad influenze miasmatiche particolari, dato che la teoria del contagio non aveva alcun fondamento scientifico. Il dott. Sommelweiss venne ridicolizzato dai suoi stessi colleghi e alla fine venne espulso dalla Facoltà. Morì in miseria in Ungheria.
Questa storia è una testimonianza della vivacità con la quale i medici, ed in particolare i medici dell'università, si sono opposti alla teoria del contagio, che ai loro occhi suonava una sconfezzione di teorie e modelli vecchi millenni. Essi rifiutarono pertinacemente di riconoscere che i germi, che Pasteur aveva messo in evidenza tramite il microscopio, erano in qualche modo in relazione con le malattia infettive.

Lo stesso è accaduto in odontoiatria quando il mondo accademico ha osteggiato l'implantologia. In Italia già negli anni '50 e '60 l'implantologia era praticata con grande successo da Tramonte e Muratori. Si trattava di una implantologia transmucosa a carico immediato con impianti monopezzo. Agli inizi degli anni '80 il mondo accademico decide di aprirsi all'implantologia, ma secondo i canoni proposti dallo svedese Branemark: implantologia sommersa, a carico ritardato con impianti a due pezzi. Ciò causò un enorme passo indietro, e l'implantologia italiana venne di nuovo messa al bando. Oggi, finalmente, dopo circa 60 anni il mondo accademico e scientifico ha acclarato l'efficacia clinica degli impianti transmucosi, a carico immediato e monopezzo. Anzi ne ha decretato la migliore performance clinica.
Alla Università Federico II di Napoli durante la presidenza del dott. Valletta si era bocciati all'esame qualora uno studente osasse affermare che la la pulpite poteva coesistere con la parodontite apicale acuta, nonostante l'evidenza quotidiana della coesistenza dei due quadri. Ecco un tipico esempio di credential clubbing e della propagazione negli anni di teorie errate.
All'Università Federico II di Napoli al corso di Protesi Fissa del dott. Fernando Zarone si sosteneva la superiorità della preparazioni protesiche cosiddete a margine definito rispetto alla preparazioni cosiddette a finire, basandosi sui principi analoghi alla esalazioni miasmatiche che hanno condotto il dott. Sommelweiss all'espulsione.
La non aderenza a linee guida stilate da persone autorevoli fondate su "certezze scientifiche" oppure su una "esperienza indiscutibile" comporta l'errore, il fallimento e quindi i sensi di colpa del medico che si è allontanato dalla "retta" via. Anche quando la non aderenza a quei principi conduce al successo clinico, si tratta di un caso, di fortuna. Questa situazione è meglio spiegata nel brano "analogia e matafore nel linguaggio odontoiatrico".