Sulla crescita continua dei denti…John Hunter 1778

Sulla crescita continua dei denti
E' stato asserito che i denti sono continuamente in crescita e che l'abrasione (causata dalle funzioni masticatorie) permette di mentenerli costantemente della stessa lunghezza; ma noi riscontriamo che i denti si accrescono in una sola volta alla loro piena lunghezza, e che essi poi gradualmente si usurano; e che non c'è nessuna evidenza del loro accrescimento continuo. I denti probabilmente erompono oltre il normale al di fuori della gengiva, se essi non sono in occlusione con i denti opponenti; infatti nelle persone giovani, che hanno perso un dente prima che gli altri hanno raggiunto la loro definitiva lunghezza, ho osservato che il dente opponente si proietta un po' oltre gli altri, prima che essi fossero completamente usurati. Può essere inoltre osservato che quando un dente viene perso, l'opponente può erompere più in alto rispetto alla disposizione che ha normalmente nel Processo Alveolare con il riempiemento del fondo dell'alveolo; e la mancanza di una naturale pressione sembra essere la causa di questi processi, che è al meglio illustrata in quei denti che si formano più profondi negli alveoli rispetto al normale.
A sostegno della teoria che i denti continuano a crescere, è stato riferito che lo spazio di un dente perso è quasi completamente riempito dall'aumento di spessore dei due denti adiacenti, e dall'aumento di lunghezza del dente opponente. C'è una evidente fallacia in ciò che è stato appena detto; sia l'osservazione fatta sui mascellari sia i fenomeni descritti non sono stati effettuati con sufficiente accuratezza; infatti, lo spazio appare divenire più stretto per l'avvicinarsi dei due denti adiacenti, e non a causa di un accrescimento dei denti adiacenti in larghezza: cioè essi si muovono dal lato dove sono ben supportati all'altro lato, dove essi non lo sono più. Per questa ragione essi assumono una direzione inclinata; ed io osservo che questo fenomeno avviene in diversi denti adiacenti in proporzione minore, e interessa quelli che sono dietro (distali), più di quelli che sono davanti (mesiali) allo spazio vacante.
Nell'arcata inferiore i denti posteriori non sono disposti perpendicolarmente, ma tutti inclinati in avanti; e la macanza di un dente nella mandibola aumenta questa posizione: l'azione dei denti, quando non perpendicolare, ha anche una tendenza ad aumentare la direzione obliqua, come le forbici nell'azione di tagliare spingono ogni cosa verso avanti, o la allontanano dal centro del movimento: quindi questa alterazione, io penso, è più frequentemente osservavile nell'arcata mandibolare.
Che i denti non hanno un accrescimento continuo in larghezza, deve essere ovvio ad ogni persona che consideri che in molte persone, per tutto il corso della la vita, i denti rimangono distanti l'uno dall'altro (dentature diastemate), essendovi considerabili spazi tra di loro: ciò potrebbe accadere qualora fosse vera la teoria dell'accrescimento continuo dei denti in larghezza.
Noi potremmo inoltre aggiungere, che, in accordo all'ipotesi della teoria continua dell'accrescimento, il Dens Sapientiae dovrebbe crescere fino ad una enorme dimensione verso dietro non essendovi nessuna pressione che ne limiti la crescita in quella direzione; e nelle persone dove il Dens Sapientiae è assente in un  mascellare – cosa che che è molto comune – esso dovrebbe crescere fino ad una lunghezza non comune nel mascellare opposto per la stessa ragione. Ma nessuna delle due cose avviene.
Io desidero fortemente far notare che quando un dente ha perso il suo opponente, esso con il tempo diventerà molto più lungo dei denti rimanenti, poichè gli altri diventano più corti a causa dell'abrasione; ed io osservo che il dente che è opposto allo spazio vuoto, diviene con il tempo non solo più lungo per le sopramenzionate ragioni, ma più appuntito. L'apice cade nello spazio vuoto ed i suoi due lati subiscono uno strofinio contro i due denti opponenti  adiacenti allo spazio vuoto, i quali tendono ad  avvicinanarsi tra di loro.
L'importanza della loro formazione mostra anche che i denti non possono crescere oltre una certa limitata dimensione. Per illustrare ciò, posso far osservare che io ho spesso, nei corpi morti di adulti, trovato il Cuspidatus (canino) sinistro del mascellare superiore, con la sua punta a stento che emergeva dal processo alveaolare, sebbene il dente era completamente formato, e che la sua punta era più lunga dell'altro controlaterale che invece era completamente erotto, poiché in quest'ultimo ovviamente era andata incontro ad abrasione. Questo dente, alla sua prima formazione, era stato più profondo nel macellare di quello che accade comunemente; e dopo che esso era cresciuto alla sua dimensione ordinaria, esso non cresceva più lungo, sebbene esso non aveva la resistenza del dente opponente che poneva limiti alla sua crescita ed incremento; ancora comunentemente in questi casi il dente continua a proiettarsi sempre di più attraverso la gengiva: sebbenne questo non è dovuto all'accrescimento in lunghezza del dente, ma al riempirsi dell'alveolo sul fondo, e quindi ciò spinge il dente fuori con un lento movimento (eruttivo).